Visualizzazioni totali

PUNTO DI VISTA SULLA POLITICA


venerdi' 15 febbraio 2013


RIPRENDIAMOCI LA COSA COMUNE

Mancano pochi  giorni per la fatidica data delle elezioni. Da quello che si legge  o da quelli che sono i vocii, grande è l'incertezza . Potrei aggiungere che, per quelli che votano da notte tempo,  forse in molti non ce la fanno più.  Hanno perso ogni speranza, in quanto nelle diverse occasioni, pur votando a destra e poi a sinistra e poi al centro, nulla è cambiato.  Nell'ultimo decennio sempre di più si è accentuato lo spazzamento , l'eliminazione ,  la soppressione del pensiero positivo del  "Ceto Medio"
Tale categoria, rappresentata da liberi professionisti , da lavoratori dipendenti pubblici o privati, da piccoli imprenditori,  produceva ricchezza  sufficiente a soddisfare le esigenze della propria famiglia e nel contempo provvedeva a creare quelle condizioni di piccolo risparmio, per eventuali modesti investimenti  mobiliari ed immobiliari, creando di conseguenza sostegno ai consumi  di giornata e consumo negli investimenti durevoli.  
Oggi tutto questo non c'è più.   
Da che cosa è dipeso?
 Semplice,  dalla scellerata gestione della cosa pubblica, dove tutti, destra ,sinistra, centro, sopra e  sotto, hanno avuto una visione amministrativa  che aveva come orizzonte,  il proprio naso, o forse  meglio dire  il proprio affare.

"La verità E' che per gli altri non hanno fatto nemmeno l'ordinario, però alla fine del mese hanno preso lo stipendio comprendendo anche lo straordinario, rosicchiando LA COSA PUBBLICA  FINO ALL'OSSO.
METAFORA:
 a tali affermazioni , da lontano si sentirono delle voci   che dicevano "E chi se ne frega, che facciano tutto quello che vogliono, l'essenziale che a noi non ci toccano ";
a questi risposi" Lo Stato siamo noi, siamo “noi cittadini” i titolari del “nostro stato”.
Proprio per questo spetta a tutti noi difendere la democrazia. La nostra rappresentatività è la nostra voce e serve a far rispettare la nostra volontà.
Molte volte i vari di turno parlano della crisi, dando le più svariate definizioni, imputando motivazioni variegate che tendenzialmente vengono  identificate in  stranezze  imputabili AD ALCUNI DEI DELL'OLIMPO. Strano che , in un paese cattolico, quale è  il nostro, qualcuno crede che ci sono ancore gli Dei dell'Olimpo  . Comunque alla fine in  ogni ragionamento, di ogni intervista , di ogni comizio, non si capisce  chi ha generato questa crisi e  di chi è  la colpa.
 Per fare un' esempio: quando un'azienda fallisce, la maggior parte delle volte , la causa è da imputare all'amministratore che non l'ha saputa amministrare  al meglio.
 Non saper  amministrare significa che, in quell'azienda gli utili conseguiti non sono stati capitalizzati, meglio dire non hanno migliorato le condizioni di benessere  della società.  Infatti  gli utili  prodotti  sono stati distratti  per  finalità estranee, al bene comune sociale, a vantaggio di un unico soggetto.
Tale atteggiamento , va contro ad una regola economica  elementare   che   afferma il seguente principio: "La ricchezza prodotta da una comunità rende la comunità evoluta e competitiva solo a condizione che la ricchezza venga al meglio amministrata e distribuita equamente, al fine di ridurre  al massimo i disagi e le diseguaglianze  di tutti i membri della comunità.

Domanda:  Da notte tempo nei vari livelli, la cosa pubblica da chi è stata amministrata? Non certamente da noi poveri esseri votanti, ma da  amministratori,  che da una vita predicano bene e razzolano male. 
Amministrare la cosa pubblica,  non deve più essere un mestiere o un modo per arricchirsi, ma un servizio per il cittadino, per un tempo limitato e con dei princìpi indiscutibili di etica ed integrità.
Amministrare la cosa pubblica  è un arte nobile e antica che molti hanno trasfigurato nel “mestiere più antico del mondo”. E’ la gestione del bene comune nell’interesse dell’intera collettività alla quale si indica una prospettiva, un progetto di miglioramento

 Nessuno si sognerebbe mai di abolire le squadre ed il gioco del calcio solo perché esistono giocatori che truccano le partite, arbitri corrotti o presidenti che riciclano soldi sporchi dietro il paravento della popolarità oppure perché c’è uno sperpero immorale di danaro, anche pubblico.
Piuttosto si penserebbe ad una grande opera di pulizia e riorganizzazione con nuove regole e protagonisti rispettabili per riportare al suo giusto splendore il gioco più bello del mondo.

Questo bisogna  non solo pensarlo  ma attuarlo nei fatti, nei propositi, nell'esercizio dei diritti , nel rispetto dei doveri quotidiani ,  se è vero che , vogliamo bene a noi stessi e soprattutto ai nostri figli.

                  F.TO
DOTT. ANTONIO VERARDI

Nessun commento:

Posta un commento