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SOLENNI FESTEGGIAMENTI

SABATO 16 AGOSTO 2014
Oggi e domani solenni festeggiamenti in onore di San Rocco compatrono della città di Ceglie Messapica.

"Carissimi concittadini,
anche quest’anno si celebrano i festeggiamenti in onore di San Rocco, Compatrono della nostra città. Una ricorrenza molto sentita e partecipata, tanto da diventare nel tempo un appuntamento irrinunciabile per tutti i cegliesi, soprattutto per gli emigrati. Non è un caso che, chiedendo ad un nostro concittadino emigrato: “Quando vieni a Ceglie?”, ti senti rispondere:” A San Rocco”. Non ad Agosto! E questo sta proprio a significare il culto, l’attesa che c’è intorno a questo avvenimento religioso e civile. Una devozione, quella verso il Santo Pellegrino di Montepellier, che 500 anni fa è e rimane salda. Il popolo cegliese ha sempre invocato e ottenuto grazie da San Rocco, tanto da erigere in suo onore quello che oggi è un Santuario.
Come Amministrazione comunale non potevano non essere al passo con il culto e la storia del Santo Compatrono e la storia del Santo Compatrono. Da qui l’esigenza di proporre un programma di festeggiamenti degni della tradizione, nonostante i tempi. Non potevamo non offrire ai nostri concittadini, ai nostri emigrati ed ai tantissimi forestieri, che attendono con analoga ansia la ricorrenza, una festa degna, appunto, della tradizione.
Ceglie, pertanto, vuol caratterizzarsi come Città dell’accoglienza e per questo faccio leva sull’impegno di tutti quanti, affinchè la festa sia un momento di riflessione interiore, di preghiera, ma anche di sano divertimento per tutti.
A nome mio e dell’intera Amministrazione comunale ringrazio tutti coloro che si sono prodigati nell’organizzazione, dal Parroco Don Lorenzo Elia al comitato ed a quanti hanno sostenuto i nostri sforzi.
Buon divertimento a tutti!"
Il Sindaco
 Luigi Caroli



"Carissimi Fedeli e Amici,
mi ritrovo con gioia a festeggiare con voi la festa di San Rocco, per la prima volta come Parroco della Chiesa a lui dedicata nella nostra cara città di Ceglie Messapica, mi immetto con voi nella lunga tradizione di fede e di preghiera che ha accompagnato il culto di San Rocco nella nostra comunità cegliese e voglio sperimentare insieme con voi la pace che proviene non dal voler proporre iniziative sempre originali, infettati dal morbo del nuovismo, ma che proviene dal fidarsi di quelle generazioni –tante-, le quali hanno legato la loro identità alla venerazione annuale di questo Santo, impiantandolo intorno a lui una grande Festa, segno della voglia di voler festeggiare, ringraziare, gioire, vivere la comunione.
Saltando o snobbando questi momenti identitari del nostro popolo cegliese siamo forse più felici, consci, efficaci nella nostra opera? Mi viene da pensare, appunto, a quelle generazioni di nostri concittadini che, partendo per cercare fortuna altrove, una volta trovatala non mancano di tornare “in patri” per la Festa di San Rocco, riportando qui, nel nostro territorio, non solo le ricchezze materiali accumulate, ma soprattutto la consapevolezza di essere cresciuti grazie a delle radici sane e sante.
Il nostro Vescovo, Mons. Pisanello, ripete spesso che San Rocco è un Santo potente, lui che per tanti anni ha guidato la Parrocchia di San Rocco di Galatina. Sono a chiedervi di aiutarmi a conoscere la sua potente intercessione, dando dimostrazione del vostro legame a lui, attraverso la partecipazione a questi giorni speciali di Festa in suo onore.
Le scarne, eppure sicure, notizie storiche intorno a San Rocco ci dicono che egli percorse l’Italia in un periodo triste, con l’abito e lo stile del pellegrino. Nessuno sapeva il suo nome, mentre camminava, ma tutti lo riconoscevano per le sue opere di carità e guarigione, grazie alle quali riportava speranza in una generazione segnata dalle epidemie e dalla gran confusione politica ed ecclesiastica. Senza retoriche forzature, non sembra quella seconda metà del Trecento simile ai nostri giorni? Non abbiamo bisogno anche noi di uomini e donne come Rocco, capaci di scegliere la missionari età evangelica, come ci ricorda frequentemente Papa Francesco, e di generare il bene intorno a noi, senza titoli, senza cariche, senza ritorni interessati? Questo è il tempo di Rocco.
Desidero chiedere proprio a lui, al termine di questa breve lettera, di suscitare vocazioni “per l’altro”, vocazioni, generose e di generosità, affinchè il nostro passaggio in mezzo a questa generazione, come quello di Rocco, lasci l’umile impronta della carità di Gesù Cristo".
Il Parroco
Don Lorenzo Elia


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