Proprio vero che il
potere logora. Soprattutto chi, il potere, non ce l’ha più. L’on. Nicola Ciracì
sta letteralmente riscrivendo i manuali del dibattito politico lanciandosi,
ogni giorno, in insulti, offese e insinuazioni tipiche di chi, afflitto da
carenze di affetto, cerca in tutti i modi di mettersi al centro
dell’attenzione. In tutti i modi, appunto, nessuno escluso. Compreso quello di
riscrivere la recente storia e i numeri che la compongono. Se gli attacchi di
Ciracì ai vertici nazionali del partito fanno tenerezza, quelli rivolti al
senatore Pietro Iurlaro, commissario di Forza Italia a Ceglie Messapica, hanno
davvero dell’incredibile. Soprattutto in considerazione del fatto che il nostro
Nicola, nel prendere in esame i risultati del voto alle amministrative di
Francavilla Fontana, dove il centrodestra si è presentato diviso in tre
fazioni, dimentica di considerare i risultati delle scorse Regionali. Dove, per
l’appunto, il senatore Iurlaro ha praticamente doppiato Ciracì in termini di
preferenze: 7817 contro 3924. Quindi, di
cosa stiamo parlando? Numeri che si commentano da soli e che danno la giusta
misura del valore elettorale di Iurlaro rispetto a quello di Ciracì. Poi, è
vero. I numeri sono solo numeri se non rapportati alla persona prima ancora che
al politico. E da questo punto di vista, il confronto tra i due sarebbe ancora
più impietoso. Laddove Iurlaro si prodiga ogni giorno nel tentativo di
rinsaldare alleanze e rapporti umani logorati da alcuni scellerati
personalismi, Ciracì si sta dimostrando campione nella disciplina opposta.
Quella del salto della dignità e della misura. Sotto questo aspetto, nessun
dubbio che il primato spetti a lui.
Avv.
Cesare Epifani
Forza
Italia Ceglie Messapica
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