Mercoledì 18 Marzo 2015
Se la politica non fosse un argomento così importante e serio, perchè
riguarda le scelte sul futuro di una comunità, verrebbe da sorridere a leggere
certe cose surreali. La notizia è di ieri: Dario Chirulli ha annunciato,
attraverso un social network, la sua candidatura a sindaco di Ceglie, con una
lista che porta il suo nome, in competizione con il suo Pd e l'intero
centrosinistra.
Senza voler mettere in discussione l'amicizia e la stima personale e
professionale, visto che si parla di politica, ci sono cose che riguardano la
politica e che vanno dette.
Dario Chirulli, già candidato con la Lista Magno nel 2010, ha aderito due
anni fa al Partito Democratico divenendone, nell'autunno 2013, vicesegretario.
Lo scorso 30 novembre è stato uno dei due competitors delle primarie di
coalizione per la scelta del candidato sindaco del centrosinistra. Primarie
vinte da Pietro Mita. A Chirulli è stata concessa, in deroga allo statuto del
suo partito, la possibilità (accettata da tutti i partiti, movimenti e liste
civiche della coalizione) di creare una propria lista autonoma a sostegno di
Mita sindaco. Oggi la giravolta: la scelta di sfidare i due centrodestra e il
suo stesso centrosinistra. E leggiamo alcune cose che andrebbero controbattute.
Scrive Chirulli: “Riconosco al mio avversario, amico il grande merito di
aver saputo organizzare e guidare i suoi alla vittoria anche in un contesto di
evidente inferiorità numerica. In quella occasione, però, è emerso un fatto
sorprendente: che un cittadino qualunque, come il sottoscritto, non sostenuto
da alcuna organizzazione partitica, ma sospinto solo dal favore popolare avesse
potuto combattere alla pari contro la sinistra intera”. In realtà - chi ha
seguito le primarie lo sa – Mita era sostenuto da Sel, In Movimento e solo una
piccola gruppo di iscritti del Pd. Dalla parte di Chirulli, che dice di non
aver avuto il sostegno di alcun partito, ricordiamo che al contrario c'era il
sostegno di consiglieri comunali del Pd, ex assessori Pd ed ex consiglieri del
Pd, di tutta l'ala centrista della ex Margherita (in primis il già segretario
cittadino Gioia), del segretario provinciale del Pd, che esplicitamente dichiarò
il sostegno in un'occasione pubblica, di alcuni esponenti della già “Lista
Federico”, del Partito Socialista. Uno scontro (quello si) impari che è
comunque finito come è finito.
Ma non è questo che importa: le primarie sono un momento di confronto ma
poi si dovrebbe tornare a lavorare tutti insieme per lo stesso progetto per la
città, così come in questi mesi si è fatto e si sta facendo, con tante forze ed
energie nuove che finora erano rimaste lontane dalla politica.
Dario Chirulli poi continua tratteggiando un'immagine di “astio”
(addirittura) verso la candidatura di Tommaso Gioia al Consiglio regionale, in
base al numero di applausi in occasione dell'incontro pubblico del
centrosinistra con i cittadini di due settimane fa. Inesatto anche questo, l'intera
coalizione ha preso atto e dato il via libera senza alcun problema alla
candidatura. Gioia (che tra l'altro ha relazionato nel forum di ieri sulla
sanità a cui ha partecipato un bel po' di pubblico che ha apprezzato il suo
intervento) è il candidato, per la nostra città, e avrà il sostegno degli
elettori Pd e delle altre forze politiche, nella naturale libertà di scelta di
ognuno (l'aggettivo “democratico” del partito non è casuale); non c'è alcuna
“freddezza”. Tutt'altro: un consigliere regionale cittadino sarebbe un
risultato importante per tutta la città.
Non c'è dunque alcuna fantomatica spaccatura. Si tratta, piuttosto,
soltanto dell'uscita di una persona dal Pd. Scelta legittima, per carità, ma
ciò non fa venir meno la responsabilità di un tradimento verso quegli elettori
che gli hanno dato la fiducia alle primarie perchè rappresentasse il
centrosinistra, nelle sue sensibilità differenti certamente, non certo per
creare una lista che andasse a rompere il centrosinistra e tentare di colpire
il candidato sindaco legittimato dagli elettori.
Quali i motivi, dunque di questa scelta politicamente (per lui) suicida?
Dalle motivazioni addotte non emerge una sola questione legata a scelte
politiche che riguardino temi amministrativi o scelte relative al governo della
città o relative ai problemi e alle istanze dei cittadini. Leggiamo solo di una
questione di equilibri politici interni e di candidature. Con, alla fine del
testo, una frase realmente sibillina che smonta da sola tutto il discorso.
“Comunque, anche in assenza di queste contese politiche, avrei scelto di
presentarmi da solo”. Chiarissimo.
Quando si fa politica, e si chiede il consenso dei cittadini, si può
vincere e si può perdere, bisogna essere all'altezza anche di accettarne il
responso e di impegnarsi tutti insieme al successo di quel progetto.
L'ambizione politica personale è normale, anche giusta, ma se questo resta
l'unico elemento alla base del proprio impegno non produce nulla, tutt'altro.
Si parla di giovani in politica, ma non basta il dato anagrafico: la politica
dovrebbe essere realmente nuova, non una spolverata e riverniciatura dei riti
della vecchia politica da cui pur si dice di voler prendere le distanze.
Il centrosinistra, l'alleanza civica che mette insieme partiti, movimenti,
singoli cittadini liberi anche oltre alle sigle è un'altra cosa. E' una scelta
che richiede passione, coerenza, anche forza e fiducia nelle proprie idee. La
politica non è solo un calcolo di numeri: è passione, cuore, nervi. E' la
voglia di voltare davvero pagina e far respirare un'aria nuova e pulita a
questa città. Questo ci si sarebbe aspettato da politici giovani che dicono di
voler cambiare. Ma la gioventù non deve manifestarsi nella scelta di
comportamenti politici che rappresentano le abitudini più logore e criticabili
della Prima Repubblica.
Quello che è accaduto oggi, se pur a livello di rapporti personali dà
profondo dispiacere, a livello politico non cambia nulla del percorso di
cambiamento avviato insieme a tante persone della nostra città. Cambierà
certamente poco anche a livello di numeri e di percentuali nelle urne. La
scelta dei cegliesi, a fine maggio, sarà tra quello che Ceglie (quella delle
due destre) è oggi e la nuova Ceglie che vogliamo. O di qua o di là, vie di
mezzo sono destinate a perdere di senso (la riduzione dei seggi prevista dalla
legge elettorale li renderà automaticamente inutili e ininfulenti). Oggi si è
fatta comunque chiarezza. Noi proseguiamo il nostro percorso, da persone serie,
anche con tanti altri amici che in queste settimane si stanno avvicinando per
condividere il progetto per la città. A testa alta, con le nostre storie e
anche con i nostri difetti, ma sempre con coerenza e amore per cambiare questa
città. E la cambieremo.
f.to
In
Movimento
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