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Il Santo Patrono nella Tradizione della città

Lunedì 13 Giugno 2016
Oggi la nostra città festeggia il Celeste Patrono Sant'Antonio di Padova.

Da CeglieStoria di Michele Ciracì

"Ma decenni fa come veniva vissuta dai cegliesi questa ricorrenza?
Una tradizione molto diffusa era la preparazione e la distribuzione del ”Pane dei Poveri o di Sant’Antonio”, come viene chiamato ancora oggi dai cegliesi.
Legata ad una tradizione secolare è la Tredicina che, ancora oggi, preghiere che ogni sera i fedeli recitano nella chiesa Matrice, nei 13 giorni che precedono la festa.
I forni locali e alcune famiglie si dedicavano, per devozione, alla preparazione del “Pane”. La farina per confezionare il pane, prima di essere lavorata veniva benedetta, i fedeli credevano che avrebbe così sfornato più pani di quanto la farina poteva produrre. Fino a quando erano ancora in vita, questa tradizione è stata portata avanti da Lorenza Palazzo e dalla fornaia Maria Urso.
Fino ai primi decenni del Novecento durante la processione del 13 giugno, i fornai e molte donne della città seguivano la processione con in testa cesti pieni di pane ornati di gigli, fiore simbolo del Santo.

Nella chiesa Matrice, dove da secoli ha la sua casa il simulacro di sant’Antonio durante la messa si benedicevano e si benedicono durante le messe mattutine le pagnottelle, che poi vengono distribuite ai fedeli e consumati per devozione.
I “Pane di Sant’Antonio”, era ed è per i fedeli un simbolo, un cibo spirituale della fraterna condivisione che dovrebbe affratellare grandi e piccini,così come desiderava Sant’Antonio nel cui nome quel pane si offre a testimonianza di fede e a ringraziamento di grazie chieste e ricevute e i fedeli recitano una preghiera di ringraziamento e invocano una supplica, in favore dei propri cari.
Anni fa nei giorni che precedevano la festa; i bambini si raccoglievano in preghiera davanti alla statua di sant'Antonio, in particolare i bambini e le bambine che avevano ricevuto grazie. Prima della processione questi “miracolati”, indossavano il saio trasformandosi nei cosiddetti “monacelli” e con una pagnottella di pane e un giglio in mano seguivano il simulacro del Santo, mentre la madre che aveva richiesto l’intervento di Sant’Antonio, per la grazia ricevuta si posizionava sotto la statua".

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