Visualizzazioni totali

Le poesie in vernacolo di Damiano Leo

Martedì 20 Settembre 2016

NOTA DI GRAFIA

         Studi approfonditi sul dialetto cegliese, a tutt’oggi, non ne sono stati compiuti, se si eccettua un convegno organizzato dal Lion locale, tenuto dal prof. Domenico Epicoco il 24 aprile 2009. Tuttavia al ristretto gruppo di studiosi del nostro idioma – è giusto dirlo – appartengono sicuramente il noto poeta Pietro Gatti e il meno noto, almeno a Ceglie, Maurizio Vitale, ordinario di storia della lingua italiana presso l’Università di Milano e membro dell’Accademia dei Lincei. Rimando alle loro opere poetiche  e ai loro studi quanti, dopo la lettura delle mie prime poesie in dialetto cegliese, volessero approfondire.
         Il vernacolo cegliese, con le sue specificità, si inserisce nell’ambito dei dialetti intermedi tra il salentino e il leccese, diffusi nella fascia tra Taranto e Ostuni.       
         Questi idiomi sono stati oggetto di studio da parte di professori universitari, come Alberto Sobrero e Immacolata Tempesta, che hanno pubblicato l’ottimo libro: Profili linguistici delle regioni. Puglia, per le edizioni Laterza, Bari 2002. Il libro affronta, tra l’altro, il tema della scrittura del dialetto, alle cui regole, credo, bisogna attenersi senza inventarne di nuove.
         Con le presenti liriche in vernacolo noi abbiamo voluto solo rispondere di sì, anche se dopo tanti anni, al “paterno” invito rivoltoci dall’amico Gatti che, praticamente ogni volta che ci onorava d’ospitarci nelle sue case, ci invitava a scrivere anche in vernacolo cegliese.
         Come l’illustre poeta Pietro Gatti anche noi amiamo la nostra Terra. Soltanto per questo al presente testo abbiamo inteso aggiungere una sezione in vernacolo, consci di esporci, così, a tutti i venti...
         Una sola nota di grafia, tra le tante possibili, mi sia concessa: non gradendo i simboli ə - e di vocale afona (sia nel corpo delle parole che alla fine), abbiamo accentato le e che vanno lette (è), lasciando senza accento quelle mute (e).
         “Ai posteri l’ardua sentenza”.

Damiano Leo




A PARTITE



Na sso nu cazzacarne, na fume, na bbève
le sfizzje de le suènne na me le lève
na scioche a trèssètte cu l’amisce
na vvoche a lla candine, agnune vu po’ disce
nu vizzje però u tègne i vva gghje fa prisènde
quann’à sciucà l’Italije a radije m’àgghje sènde.
L’aspètte tuttu l’anne cu trèpidazione
na m’à scappà pe niènde sta combinazione.
Quanne s’aspètte na ccasione cu lu core
u tièmbe nange passe manghe da strafore
però agghje tièmbe arrive pure ca na vvole
i ij m’agghje piazzate cu fiche i coca cole.
Me l’agghje sènda totta sta partite
luwateve da nande cci sita site.
A nnande s’appresènde migghjèrme all’andrasatte
u cunde, benediche, ij na me l’èra fatte.
“M’agghje scì ffà deprèsse a mèss’ a mbièghje
tu attacme la tènde, quedda mègghje”
me jiucle migghjèrme dalla porta
“po llève le robbe stirate dalla sporta,
sbatte a ddà ffore tutte le tappète,
llève le macchje da ‘nghocchje a le parète,
passa la scopa d’a porta alla cuscine,
na ti scurdà de rigistrà abbasce a lla candine.
Stò vvoche, Pèppine, datte na mosse
à scì ccattà u sciroppe pe la tosse,
s’òne a llavà trè quatte capasune,
à scì ritrà da sarte le casune.”
Pe sènde la partite agghje spittà nat’anne
o agghje mannà migghjèrme a quidde vanne.




LA PARTITA

Non sono uno scansa fatica, non fumo, non bevo / i capricci dei sogni non me li levo / non gioco a tressette con gli amici / non vado alla cantina, ognuno ve lo può dire / un vizio però ce l’ho e ve lo voglio far presente / quando deve giocare l’Italia la radio me la devo sentire. / L’aspetto tutto l’anno con trepidazione /  non mi deve sfuggire per niente questa combinazione. / Quando si aspetta una occasione con il cuore / il tempo non passa neanche da vicino / però ogni tempo arriva anche se non vuole / e io mi sono piazzato con fichi e coca cola. / Me la devo sentire tutta questa partita / toglietevi d’avanti chiunque voi siate. / Innanzi si presenta mia moglie all’improvviso / il conto, benedico, io non me lo ero fatto. / “Mi devo andare a fare in fretta la messa in piega /  tu attaccami la tenda, quella migliore” / mi grida mia moglie dalla porta / “poi leva la biancheria stirata dalla sporta, / scuota fuori tutti i tappeti, / leva le macchie dalle pareti, / passa la scopa dalla porta alla cucina, / non ti dimenticare di governare giù alla cantina. / Sto andando, Peppino, datti una mossa / devi andare a comperare lo sciroppo per la tosse, / si devono lavare tre o quattro capasoni, / devi andare a ritirare dalla sarta i pantaloni.” / Per ascoltare la partita devo aspettare un altro anno / o devo mandare mia moglie a quel paese.



6 commenti:

  1. Approvo l'aver inserito,a fianco del testo in dialetto,anche quello in italiano.

    RispondiElimina
  2. Caro Damiano Leo, devo precisarTi che Maurizio Vitale è Accademico della Crusca; in un recente mio incontro con il Prof. Sabatini, avente come oggetto il linguaggio giuridico, Presidente Emerito dell'Accademia della Crusca gli ho chiesto del Prof, Maurizio Vitale e mi ha raccontato della amicizia con lui, riferendomi che pur essendo di Milano, gli sembrava che fosse di origine pugliese; gli ho precisato (alla presenza di colleghi stupiti dall'apprendere che un Cegliese fosse custode della lingua italiana) che il suo Amico prof. Vitale è originario di Ceglie Messapica.
    Saluti.
    Augusto Conte.


    RispondiElimina
  3. Sì dovrebbe fare la stessa cosa anche negli eventi di promozione della conoscenze delle poesie del Poeta Gatti. Leggere solo in dialetto non integra ma esclude.

    RispondiElimina
  4. La traduzione a fronte mi è stata esplicitamente richiesta da Stefano, che ringrazio.
    Grazie anche all'avvocato, al quale rispondo che sapevo e grazie pure al terzo commentatore che condivide l'integrazione (vernacolo-lingua. Spero di non deludere nessuno.
    D. L.

    RispondiElimina
  5. Bisogna ringraziare qualcuno perché nelle pubbliche aninifestazioni organizzate apparentemente per diffondere la conoscenza del poeta Pietro Gatti ma prima in realtà per annunci re presunti programmi politici le poesie vengano declamate anche com la segurmte versione in lingua italiana?

    RispondiElimina
  6. Errata corrige: "manifestazioni"; eliminare:"prima";"annunciare";"susseguente".
    Grazie.

    RispondiElimina